TERAMO – E’ già partita la contraerea al progetto dell’ex manicomio come quella che poi riuscì ad abbattere la proposta della funivia verso Colleparco? Chissà, anche se il consigliere comunale di Futuro In, Maurizio Salvi, tiene a precisare che «non siamo assolutamente contrari al progetto della cittadella della cultura come non lo eravamo per la funivia». E allora perchè l’interrogazione in consiglio, ieri, se il sindaco Gianguido D’Alberto fosse o meno a conoscenza dell’idea progettuale conosciuta adai più attraverso i giornali e oggi svelata nei particolari da ‘La Città’? «Perche riteniamo che sia una correttezza istituzionale – spiega il consigliere di opposizione -, un gesto di rispetto verso la città, che il rettore o la Regione portino il sindaco e il consiglio a conoscenza del progetto. Non vorremmo che tutto proceda fino a scoprire un giorno che il consiglio viene chiamato a valutare una variante urbanistica per un progetto da prendere o lasciare». Salvi ci tiene a ribadire che il suo gruppo ha votato a favore della cittadella della cultura, del recupero del rettorato di viale Crucioli, perfino del collegamento ciclopedonale tra le strutture universitarie, «perchè sono opere qualificanti per la città – aggiunge -» e addirittura si dice «favorevole a riprendere in esame l’idea del collegamento con la funivia». Ma come? Se proprio Futuro In e il suo leader Paolo Gatti e il sindaco Maurizo Brucchi che sostenevano, si erano espressi in maniera contraria al collegamento proposto dall’Università con i 10 milioni del Masterplan? «Il problema non era la funivia, anzi – smentisce Salvi -. I punti che andavano superati erano diversi, a cominciare da un progetto che conoscevamo soltanto attraverso una foto, che il Comune non avrebbe potuto sostenere i costi per personale e manutenzione e che in quel momento storico era più importante utilizzare quei 10 milioni per altre priorità cittadine, come ad esempio la sicurezza delle scuole…».
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